“Un
tempo si produceva lo stretto necessario da impiegare.
Oggi
si è invogliati a consumare sempre più per poter continuare a produrre…”
L'Associazione
AND nasce nel
luglio 2003 dalla riflessione, condivisa da un gruppo di donne, che
la società in cui viviamo spesso ci spinge verso forme di consumo
indiscriminate e sproporzionate rispetto ai nostri reali bisogni.
Tale
cultura, accanto agli innegabili vantaggi, produce in parallelo aspetti
problematici non trascurabili.
Se
viene oltrepassato il limite, qualsiasi comportamento, anche il più adeguato,
può diventare una dipendenza vera e propria, anche se in questo caso si parla
di "dipendenze senza sostanze". Ciò può accadere ad esempio per i
videogiochi, il gioco d’azzardo, il sesso, l'uso di internet o dei cellulari,
lo shopping, la televisione e perfino il lavoro.
L'Associazione
nasce con l'obiettivo di sensibilizzare gli operatori sociali, le
istituzioni, ma anche la popolazione generale, proprio su queste tematiche.
Partendo
dal desiderio
di alcune persone interessate a studiare ed approfondire il tema del
gioco d'azzardo in tutte le sue componenti (gioco sociale, gioco
problematico e gioco patologico) l'obiettivo più generale ed
ambizioso dell’Associazione è quello di avviare una riflessione organica
su tali fenomeni e di agire per favorire una cultura del consumo consapevole che
salvaguardi gli aspetti ludici e positivi evitando gli eccessi e gli abusi.
L'Associazione
è stata
fondata da un legale e da quattro specialiste del settore (due
psicologhe, un’assistente sociale ed un’educatrice professionale) con esperienza
pluriennale nell’area delle dipendenze, dotate di specifica
conoscenza nel
campo del gioco patologico, che hanno deciso di investire
volontariamente il proprio tempo libero in una attività stimolante e utile su
temi che purtroppo talvolta a livello istituzionale rischiano di non avere
adeguati spazi di sviluppo. L'idea di unire diverse esperienze e professionalità
ha l'obiettivo di stimolare un confronto ed una riflessione sui vari aspetti che entrano
in gioco quando si parla di "dipendenze senza sostanze".
Un’attenzione
alla riscoperta di quei valori solidali che azzardiamo a far passare in secondo
piano nella moderna società post-industriale, rischiando di “consumarci nei
consumi” (per citare lo storico Imbucci). L'Associazione
conta circa una ventina di soci ed è aperta a chiunque sia interessato nella
direzione dello studio, della ricerca, della formazione e della
sensibilizzazione su questi argomenti. Riteniamo che ciascuno possa essere
portatore di competenze che possano valorizzare i progetti in corso ed essere
valorizzate all’interno dell’associazione. Tra gli altri Soci
Onorari annoveriamo Gioacchino Lavanco, Robert Ladouceur, Tazio Carlevaro,
Laurence Aufrere e Annamaria Sani.
Chiunque
abbia desiderio di conoscere tali problematiche, di approfondirle, di fare
formazione in merito, supervisione rispetto alla clinica si può rivolgere
all’Associazione, come pure qualsiasi persona o istituzione
interessata alla tematica del gioco d'azzardo e delle nuove dipendenze.
Nostro
scopo è infatti quello di diversificare il più possibile le iniziative, al
fine di poter coinvolgere, in futuro, non solo gli operatori del settore, ma
anche altri professionisti, altre categorie di volontari, fino a raggiungere la
popolazione in senso lato.
Sebbene
l’accoglienza di domande cliniche di
aiuto da parte di persone in difficoltà a causa di tali problemi non sia il
focus principale dell’Associazione, sono stati recentemente aperti due gruppi
di sostegno condotti in forma volontaria da professionisti. Le persone e le
famiglie in crisi senza che lo prevedessimo si sono cominciate a rivolgere in
cerca di informazioni per i loro problemi di GAP. Continueranno quindi ad
essere fornite risposte e informazioni a chi dovesse esprimere la necessità di essere
orientato alla diagnosi ed alla cura specialistica, fornendo indicazioni sui
luoghi a noi noti deputati a tale aspetto.
Siamo
una giovane Associazione che si è misurata fin da subito con numerosi impegni
importanti (si veda il resoconto attività).
Le
poche risorse in confronto alle molte idee non ci spaventano, perché nutriamo
la convinzione e la speranza che con la collaborazione di tutti, privati
cittadini, altre Associazioni, la stampa e su fino ad arrivare alle Istituzioni,
ciascuno col suo piccolo apporto specifico, si riuscirà a garantire il facile
raggiungimento di obiettivi comuni solo apparentemente molto ambiziosi.
L’ultima
riflessione riguarda il concetto stesso di dipendenza.
Le
dipendenze si modificano in relazione ai mutamenti della società. Le
vecchie dipendenze non sono scomparse, ma accanto all'abuso di sostanze conosciute
(eroina, alcool, acidi), si riscontra l'uso di sostanze "nuove" o
usate da più individui (exstasy, cocaina), che permettono a chi le
utilizza di soddisfare bisogni diversi da quelli che potevano essere presenti
dieci anni fa.
I
cambiamenti della società moderna solleticano nell'individuo bisogni
legati ad esempio all'arricchirsi velocemente senza fatica, con la possibilità
di ribaltare radicalmente il proprio stile di vita, al cercare
un'immagine di sé soddisfacente attraverso acquisti sfrenati e spesso
inutili, o inventandosi un'identità fasulla ma idealizzata in internet, o al
colmare un vuoto esistenziale lavorando 24 ore al giorno.
Lo
studio delle nuove dipendenze è importante in questo senso: per completare lo
studio dei fenomeni legati alla dipendenza da sostanze, per capire i
motivi per cui a volte non si riesce a stare nei "limiti"e per
dare una risposta a chi con angoscia pensa di avere una cattiva abitudine o
un vizio e non una malattia, che in quanto tale può essere curata.
Forse
più che parlare di “vecchie” e “nuove” dipendenze dovremmo parlare di
un “nuovo concetto di dipendenza”, non più legato alla sostanza che si
consuma, ma espresso attraverso una tipologia di relazione disfunzionale e
dannosa.
Detto
questo, si può aggiungere che le dipendenze "classiche" non sono
affatto sparite. Ci sembra però che esse siano oggetto di intervento sia da
parte delle istituzioni pubbliche che dal privato sociale.
Invece
le "nuove dipendenze", compresa quella da gioco d'azzardo che
nuova non è ma che solo recentemente è divenuta oggetto di attenzione in
quanto patologia, vi sia un terreno ancora in gran parte inesplorato con
una quasi totale mancanza di interventi, soprattutto a livello preventivo.
L'intento
di AND è dunque quello di avviare una riflessione organica su tali
fenomeni e di agire, coinvolgendo le istituzioni, gli addetti ai lavori e la
gente comune per favorire una cultura del consumo consapevole che salvaguardi
gli aspetti ludici e positivi evitando gli eccessi e gli abusi, promuovendo così
il concetto di comunità in movimento.
Ed
è a questo livello che vuole entrare in campo l’Associazione AND.
Il
Consiglio Direttivo.
Gallarate,
novembre 2018